giovedì 13 agosto 2009

Le regole fondamentali per creare una grande amicizia

Ciao a tutti,

oggi ho il piacere di ospitare Marina Roveda, giornalista esperta di comunicazione e crescita personale.

E’ autrice dell’ebook "Le Regole dell'Amicizia" frutto di riflessioni ed esperienze personali che l'hanno spinta a scrivere una serie di suggerimenti per destreggiarsi fra trappole, delusioni, ma anche fra legami fatti di uguaglianze e differenze, distanze fisiche e affinità del cuore, partendo essenzialmente da se stessi.

La ricetta dell'amicizia non esiste, ma esistono delle regole base che solidificano i rapporti e in alcuni casi creano i presupposti per la loro creazione.

E ora buona lettura con l'articolo di Marina Roveda.

In linea generale, le grandi amicizie nascono sempre quando noi, interiormente, siamo pronti ad accoglierle: una parola, uno sguardo d’intesa, una risata che all’improvviso ci rivela che quella persona è simpatica, interiormente ricca, pronta a dare e a ricevere, ed è fatta. Abbiamo compiuto il primo, fondamentale passo in avanti che ci permette di entrare in relazione con gli altri. Ma questo è sufficiente?

No, perché poi occorrono spazio e tempo per coltivare il rapporto che è appena nato. Cosa peraltro sempre più difficile, visto che molti di noi conducono esistenze con l’acceleratore a tavoletta. Riuscirci, comunque, non è impossibile. Basta metterci tanta buona volontà, oltre a conoscere e applicare alcuni segreti. Ve li svelo uno a uno.
Tolleranza= questo è un sentimento da usare su tutti i fronti, dalla sfera pratica a quella emotiva. Chi è rigido e inflessibile, difficilmente può costruire buone amicizie. D’altronde gli amici servono anche a questo: a offrirci nuove occasioni per cambiare, trovando quel nuovo equilibrio dentro di noi che nasce dal confronto con opinioni e atteggiamenti diversi da quelli che ci caratterizzano.

Empatia= significa calarsi nel ruolo dell’altro, immaginarsi quello che lui sta vivendo. Condividere la sua gioia, se è nel bel mezzo di un’appassionata storia d’amore, o se ha appena ricevuto una promozione. Dargli il nostro appoggio quando sta attraversando un momento delicato. Oppure camminare per tre lune nei suoi mocassini prima di giudicarlo, come recita un motto degli indiani d’America.

Lealtà= vuol dire trovare il coraggio di parlare apertamente quando c’è qualcosa che non funziona, o se il nostro amico fa delle scelte che con condividiamo, pur restando comunque dalla sua parte. Essere sempre d’accordo, infatti, è impossibile, anche se questo non intacca l’affetto che proviamo nei suoi confronti. Quanto ai conflitti, si possono smorzare se si comprende che le differenze di idee raramente riguardano ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma sono un riflesso di ciò che siamo come individui.Perché sono proprio le amicizie a darci ciò di cui abbiamo disperatamente bisogno: qualcuno che ci accetti per quello che siamo.

Disponibilità= essere amici di qualcuno significa mettere da parte il nostro irrefrenabile bisogno di scaraventare addosso all’altro tutti i nostri problemi, parlando solo di noi durante gli incontri o le telefonate: dei problemi di coppia, del collega che non sopportiamo più, della macchina che non funziona, e forse dovremo comprarne una nuova e così via. L’amico ascolta, e certo l’ascolto empatico è importantissimo in un legame d’amicizia. Ma se questo accade puntualmente, allora il rapporto diventa sbilanciato, a senso unico, perché lo scambio e il confronto non esistono più.

Allegria= la risata è il contesto ideale per l’amicizia, per questo condividerla è straordinario: ci permette di divertirci nei momenti buoni, e ci dà un po’ di forza in quelli negativi, spingendoci a sdrammatizzare. Una risata condivisa con gli amici è sempre più dolce.

come scrivo anche nel mio ebook, le amicizie totali, possessive, in cui nessuno dei due può mantenere gli spazi per i propri hobby e nemmeno frequentare altre persone, rispondono alle fasi evolutive dell’adolescenza. Poi, da adulti, i legami devono essere più elastici, perché è proprio la libertà che rende possibile la continuità. In caso contrario, c’è il rischio di sentirsi in gabbia e di fuggire quanto prima a gambe levate.
Dopotutto, il dono più grande che possiamo farci reciprocamente è quello di “esserci”, specie quando l’altro è in crisi.

A Cura di Marina Roveda,
Autrice di “Le Regole dell’Amicizia”

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