martedì 13 gennaio 2009

Lo straordinario potere delle parole

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Le parole hanno un potere immenso del quale spesso non ci rendiamo conto. Vengono usate per farci ridere e piangere. Possono ferire o guarire. I discorsi di grandi personaggi hanno cambiato la storia anche per la capacità che quelle stesse parole hanno avuto di suscitare emozioni sia negli altri che in loro stessi da spingerli ad agire, ad affrontare sfide o a vivere più o meno positivamente i momenti di difficoltà.

Chi può dimenticare la commovente invocazione di Martin Luther King: "Io ho un sogno, che un giorno questa nazione sorgerà ....."

Utilizzò parole talmente cariche di passione da contagiare con il suo "I have a dream" milioni di altre persone che iniziarono a sognare con lui un mondo migliore.

Con le parole comunichiamo i nostri stati d’animo, le nostre idee, le nostre convinzioni agli altri, ma anche e soprattutto a noi stessi. Le cose che ci diciamo costantemente e intensamente poco per volta diventano la nostra realtà.

Nella pratica usiamo le parole per rappresentarci le nostre esperienze di vita. Tre persone possono vivere la stessa identica esperienza negativa e una essere "furiosa", un’altra "in collera" e la terza "stizzita". Ed è evidente che se l’esperienza è la stessa e le sensazioni sono diverse, queste vengono modificate dalla percezione che ognuna di quelle persone ha avuto dell’evento, da come ne ha tradotto il significato.

E poichè le parole sono il mezzo principale di interpretazione e traduzione che abbiamo, etichettare in un certo modo la nostra esperienza cambia automaticamente le sensazioni prodotte nel nostro sistema nervoso, modificando di conseguenza altrettanto automaticamente la biochimica del nostro corpo.

Se non ti è chiaro tutto questo, basta che consideri il fatto che ci sono parole in grado di provocare in te, solo ascoltandole, un’immediata reazione emotiva: una persona che ti insulta, per esempio, suscita in te sensazioni del tutto diverse rispetto a qualcuno che si rivolge a te dicendoti: "tesoro" oppure: "Sei un grande!".

Gli studi sul linguaggio ci forniscono dati abbastanza sorprendenti: in tutte le principali lingue occidentali, il numero di parole che vengono mediamente utilizzate dalla popolazione rispetto alla quantità disponibile è estremamente limitato. Per esempio, il vocabolario di cui si serve correntemente un italiano medio non arriva a mille parole, su oltre duecentomila a disposizione. Inoltre è curioso notare che su centinaia di vocaboli che esprimono emozioni di ogni genere, il numero delle parole che descrivono sensazioni negative è circa il doppio di quelle che connotano sensazioni positive.

Gli esperti hanno poi verificato che il vocabolario delle persone è generalmente diverso da quello utilizzato dalle persone che hanno una visione negativa e poiché le parole e il genere di espressione possono esercitare su di noi un potere non in differente, dobbiamo cercare di modificare il nostro vocabolario abituale utilizzando più espressioni positive.

Vediamo ad esempio l’uso dei verbi collegati all’azione.

Quante volte utilizzi impropriamente il verbo “dovere” al posto di quello volere. "Devo andare in palestra", "devo andare a messa" "devo andare al cinema" "Devo.." Utilizzando il verbo dovere entriamo in una situazione passiva. E' come se qualcuno o qualcosa ci costringesse a fare quelle cose. Se utilizzi il verbo volere entri al contario in una situazione attiva."Voglio andare in palestra" "Voglio andare a messa" "Voglio andare al cinema" "Voglio…." Sono io che ho deciso. E siccome reputo importanti quelle cose per me le voglio fare.

Un'altra abitudine errata è quella di scusarsi continuamente. Quando ti scusi ammetti, anche incosciamente, una tua negligenza che ti induce a scusarti. Ma quante volte ti sei scusato per abitudine senza avere alcuna colpa? Ad esempio se arrivi in ritardo ad una riunione a causa di un improvviso sciopero dei servizi pubblici tu stesso devi metterti nei danneggiati. Non dovresti pertanto dire “Scusate il ritardo” bensì “ Mi dispiace per questo ritardo” .

Scusati allora solo quando riconosci una tua colpa effettiva, non per abitudine o per fatti di cui tu non sei responsabil.

Ma non solo i verbi ma anche la scelta delle parole sono importanti.

Hai mai chiesto il costo di un corso di aggiornamento?

Se lo hai fatto molto probabilmente ti hanno risposto che l'investimento richiesto per il corso è....

"Investimento" e non "costo" perchè come sanno anche gli esperti di marketing le parole ci influenzano.

Una parola che non andrebbe usata spesso è "problema". E' altamente improduttiva e depotenziante non tanto per la parola in sè, ma perchè quando le persone dicono: Ho un problema, tendono a parlarne come se fosse un macigno pesantissimo che grava sulle loro spalle o una grande spada di Damocle pronta a cadere loro sulla testa! Quando in un ambiente di lavoro capita un inconveniente esordire con frasi del tipo: "C’è una nuova sfida" oppure: "Abbiamo una situazione da risolvere" porterebbe tutto il team a lavorare meglio, preoccupandosi molto meno e orientandosi alle soluzioni piuttosto che ai problemi.

Un altro vocabolo che non andrebbe usato è una parola il cui uso è oggi molto abusato:"depresso". Basta stare un pò giù, non in perfetta forma e subito ci etichettiamo come "depressi" non riflettendo in modo esatto la situazione reale. Ti cito il caso di un persona che stava attraversando un brutto periodo e chiese aiuto ad Anthony Robbins, il famoso motivatore, il quale gli prescrisse che per i successivi 10 giorni non avrebbe dovuto usare la parola depresso e avrebbe invece dovuto utilizzare dei sostituti "mi sento un pò giù" oppure"va un pò meglio" o "sto cercando di cambiare le cose".

Il risultato fu che questo semplice cambiamento di parole aveva abbassato il livello di sofferenza del paziente il quale aveva acquisito stati d'animo più produttivi. In pratica le parole che applichiamo alla nostra esperienza diventano la nostra esperienza. Perciò dobbiamo scegliere consciamente le parole che usiamo per descrivere i nostri stati emozionali, se non vogliamo creare più sofferenza di quanto non sia veramente giustificabile o appropriato.

Poichè le parole che utilizzi ti influenzano direttamente devi cercare di usare un vocabolario più positivo. Quindi se qualcuno ti chiede come va non rispondere " non c'è male" ma "Tutto bene!".

A presto....

Fonti:AnthonyRobbins, Come Migliorare il Proprio Stato Mentale, Fisico e Finanziario

Roberto Re, Leader di Te stesso

Giorgio Ceredi, E' Inutile andare al Massimo Se Si Va nella Direzione Sbagliata

2 Comentários:

Anonimo ha detto...

Complimenti per l'articolo.
Credo che le persone sottovalutino l' importanza delle parole che utilizzano, molto spesso ci lasciamo condizionare dall'ambiente esterno, dalle nostre esperienze o dallo stato d'animo del momento.Non ci rendiamo conto dell'importanza che i vocaboli stessi hanno sulla nostra vita, essi Possono peggiorare i nostri sentimenti negativi, ma allo stesso tempo possono trasformarli migliorandoli, per non parlare della stretta correlazione tra linguaggio verbale e linguaggio del corpo.

Tony Bekamp ha detto...

@Rino73
Ti ringrazio per i complimenti.
Condivido pienamente il tuo commento.
Quanto hai scritto anticipa il contenuto di un articolo che presto verrà pubblicato.
Se l'argomento ti interessa tieniti sintonizzato su questa stazione.
Ciao

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