domenica 16 novembre 2008

L'annebbiamento:una tecnica per difendersi dalle critiche

Tutti nella vita abbiamo subito delle critiche e a nostra volta abbiamo criticato qualcuno. Anche se non parliamo in pubblico per professione ci sarà di sicuro capitato di aver avuto la necessità di comunicare le nostre ragioni davanti ad un gruppo di persone, magari in una riunione di lavoro o di condominio. E in questi casi, se c'è qualcuno che critica aspramente il nostro intervento, come reagiamo? rispondiamo in maniera aggressiva o subiamo passivamente la critica?

In entrambi i casi potremo perdere la nostra credibilità. Qualcuno ritiene che sia meglio non accettare la provocazione e non rispondere perché in genere la gente detesta i prepotenti. Subire passivamente, invece, genera solo imbarazzo e dispiacere per la vittima ma in realtà la gente rispetta e nutre stima per chi riesce a mantenersi calmo e a rispondere con classe ad una critica. In questi casi se non abbiamo innate capacità di risposta c'è una tecnica che è bene imparare che si chiama annebbiamento, infatti è come la fitta nebbia che confonde i viaggiatori.

Quando ci troviamo a guidare nella nebbia perdiamo i punti di riferimento e se non stiamo attenti possiamo magari finire con l'auto in una buca che non siamo riusciti a vedere. Allo stesso modo, questa tecnica di comunicazione assertiva, confonde coloro che criticano, i quali si aspettano che loro vittime si arrabbino e cerchino di difendersi, entrando in una lotta che sanno fin troppo bene come vincere. Invece, ricevendo una risposta che quasi concorda con la loro critica e che non si aspettano, rimangono interdetti.

Con la tecnica dell' annebbiamento si decide di accettare, in termini generali o di probabilità, una parte della critica dell' interlocutore, senza però cambiare il proprio punto di vista: “Comprendo che, in questa situazione, tu creda che non abbia voluto seguire le tue indicazioni ma io credo fermamente che……”. Tale tecnica, da un lato toglie l'aggressività dell' interlocutore poiché gli evita l' impressione di un preconcetto nei suoi riguardi, dall' altro lo costringe ad ascoltare le nostre ragioni. Altro esempio:critica "Hai fatto veramente un brutto lavoro! da quanto ti abbiamo assunto il tuo lavoro è sempre più deludente" risposta "Sono d'accordo che questo non sia il mio miglior lavoro ma con vincoli temporali più realistici e un finanziamento più adeguato avrei potuto far meglio".

L’obiettivo è calmare chi ci rivolge le critiche, “spiazzandolo”, per poi aprire un dialogo chiarificatore. Si ascolta ciò che la persona dice e usando le parole dell’altra persona o simili, si riconosce il suo bisogno ma si dichiara il proprio punto di vista. E si può procedere con: “Inchiesta Negativa” per trasformare le informazioni manipolative generiche in specifiche e costruttive critiche: “Per piacere, mi può indicare dove ho sbagliato?” Soprattutto quando le critiche sono sono generiche e decontestualizzate: “Sei sempre il solito pigrone!”, “non fai mai quello che ti chiedo!”, “in ufficio arrivi sempre in ritardo!”, ecc... in tali casi, può essere di aiuto chiedere maggiori ragguagli sulla critica. Per esempio, di fronte alla critica “non fai mai quello che ti chiedo!”, si potrebbe rispondere “In che occasione non ho fatto ciò che chiedevi? Cosa, precisamente, avresti voluto che io facessi? In quali altre occasioni non ho fatto ciò che tu mi hai chiesto?”


L'annebbiamento inoltre è utile anche quando si viene messi sotto pressione per fare qualcosa che non interessa e che non si vorrebbe assolutamente fare. Così la risposta alla richiesta è “confondere”. Si ascolta ciò che la persona dice e si decide se si desidera aderire o meno. Se non lo si desidera, usando le parole dell’altra persona o simili, si riconosce il suo bisogno ma si dichiara il proprio punto di vista. In questo modo si dimostra alla persona di aver compreso la sua richiesta, ma di non avere intenzione di accettarla. Questo è un metodo veramente gentile per dire "No".


Richiesta: Risposte:

"Lo voglio ora" "Posso comprendere perché lo vorresti ma la mia priorità è…"


"Mi devi aiutare" "Forse dovrei, ma al momento ho altre priorità"


"Questo è importante" "Naturalmente è importante, ma non così come…"


"Ho bisogno di questo" "Ne sono sicuro, ma ora non è proprio possibile.


Tale tecnica assertiva è utile anche per gestire le persone che sono aggressive e muovono critiche generiche. Ad esempio cito il caso di Carla tratto dal libro di Enrico Rolla "Così non mi piaccio, la terapia dell'umorismo".


"Carla stava male nell'ambiente in cui lavorava: il suo capo ufficio era una persona aggressiva che spesso la colpevolizzava. Carla subiva la situazione, voleva licenziarsi e trovare un nuovo lavoro. Era sempre frustrata e stanca. Ha imparato a competere con il suo capo, a non subirlo. Carla sapeva di essere competente sul lavoro, lo faceva da anni e le piaceva. Ha imparato a far sì che le frasi del capo non la disturbassero. Quando lui la chiamava, aveva imparato a dirsi "Lui è fatto così non posso cambiarlo, mi rincresce per lui che è aggressivo con tutti, ma questo suo problema non deve essere il mio".

Così, quando la chiamava, lei rimaneva calma e applicava due tecniche di tipo assertivo: l'annebbiamento e l' inchiesta negativa." L'annebbiamento è accettare il punto di vista dell' altro dichiarando di capirlo. Serve a non andare subito in opposizione e tende e ridurre l'aggressività dell'altro. E' come creare una barriera di fumo. La frase da impiegare è "Capisco il suo punto di vista" a cui segue l' inchiesta negativa che aiuta a gestire la critica generica e manipolativa. La frase in questo caso può essere "Per favore mi indichi cosa devo fare o dove devo migliorare".Carla a questa frase aggiungeva anche :"Per non dimenticare nulla di ciò che mi dice, lo scrivo e poi rileggo, così Lei potrà dirmi se è tutto giusto e io potrò attenermi alle sue precise indicazioni". Ma, visto che sul lavoro specifico ne sapeva più Carla che il capo, lui si è trovato imbarazzato nel descrivere tutto con precisione.Quando Carla pensa al suo capo, le viene da sorridere. Aveva imparato a non subirlo più anzi a gestirlo. Sul lavoro il suo stato d' umore è positivo, è serena e soddisfatta".

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